Piaget
Piaget sostenne che fra linguaggio e pensiero sussiste un rapporto stretto.
La prima fase del linguaggio e del pensiero è costituita dall’egocentrismo: il bambino ritiene che il proprio punto di vista corrisponda a quello universale e valido per tutti. Il bambino è convinto che i nomi delle cose siano altrettanto concrete degli oggetti a cui si riferiscono:

“Le case non esisterebbero se non esistesse la parola tetto” (realismo nominale); crede, inoltre, che gli oggetti siano animati, ossia dotati di caratteristiche umane: «il sole si corica la sera e si sveglia al mattino», «l’ombra cammina con noi e ci segue dovunque andiamo» (animismo).
A partire dai sette anni, quando il bambino supera l'egocentrismo e tiene conto dei diversi punti di vista altrui, il linguaggio diventa socializzato. Il bambino è ora in grado di fare domande ascoltando il suo interlocutore e fornire risposte pertinenti alle domande altrui, perché riesce a tener conto non soltanto dei propri bisogni e delle proprie esigenze, ma anche di quelle degli altri.
Chomsky
Secondo Chomsky lo sviluppo del linguaggio si basa su una componente innata: le persone, fin dalla nascita, possiedono i necessari requisiti per utilizzare le regole necessarie alla produzione e alla comprensione del linguaggio. Queste capacità innate si manifestano spontaneamente e non hanno bisogno di stimoli esterni.
Non si può non comunicare, e di questo non farne un Arte